Un’opera d’arte è un gesto, un pensiero, una forma, un’idea: qualcosa che ci avvicina ad una sensibilità inaspettata, ad un messaggio espressivo che intacca l’anima e che la incide. Art Basel, la più importante fiera d’arte contemporanea del mondo, con i suoi 95 mila visitatori è il tempio sacro di questi meravigliosi concetti espressivi in cui l’arte diventa “parametro” di unità di misura “economica” diventandone puro valore assoluto.
Questo è il luogo in cui le più grandi gallerie, musei e collezionisti del pianeta, si scambiano opere d’arte convenzionali e non – (pittura, scultura, fotografia, installazioni multimediali – che quest’anno hanno attirato 95000 visitatori succedutisi nei 4 giorni di giugno dal 14 al 17.
E’ come essere stati in un Super Museo d’Arte Contemporanea ad osservare tutte in un colpo le opere dei più significativi artisti del momento – dal punto di vista economico – come Joan Mitchel, Gerhard Ricther, Louise Bougeois, Georg BAselitzm David Hockney che da sole hanno realizzato vendite per 33 milioni di euro, seguiti da centinaia di opere di altri artisti vendute passate da alcuni milioni di dollari fino ai 100 mila.
E’ evidente che per una come me, appassionata della bellezza intesa come concetto assoluto, Art Basel è più un luogo di meditazione creativa positiva, una sorta di tempio delle idee e delle sfide umane che un luogo dei soldi e del mercato.
Certo è che senza questa grande Art Basel, non avrei mai potuto osservare questa grande panoramica creativa dell’intelletto umano e la sua voglia di mostrare lati differenti della realta’. Se non fosse per il valore economico che ha generato questo evento, non basterebbe un viaggio perenne intorno al mondo per poterle ammirare tutte insieme.
L’arte è un po’ come la moda: qualcosa di dannatamente serio, ma allo stesso tempo libero da ogni vincolo, e come essa può fare e disfare tutto. Pochi giorni fa ho avuto il piacere di incontrare Oliviero Toscani, in occasione dello sviluppo di un progetto a lui dedicato, e ho potuto apprezzare il suo genio creativo e rivoluzionario che, nella sua semplicità, mi ha offerto la chiave di lettura migliore per comprendere l’arte in tutte le sue forme.
Con questo spirito sono andata ad Art Basel, dimenticandomi del valore economico, ho portato la mente verso il livello più alto ed emozionale della mia scala di priorità, aprendo gli occhi su questo meraviglioso panorama che mi è stato offerto e mi ci sono tuffata dentro.
Ho nuotato e ho respirato l’aria intorno alle opere, la loro forza ha catturato la mia mente, turbata ed esaltata nello scorrere delle immagini che hanno saputo mostrare la loro forza impattante. E’ stato il “Viaggio” nella psicologia dell’animo umano che mi ha mostrato tutte le sue forze e incertezze, paure e misteri, ricchezze e debolezze.
Sapevo che Art Basel sarebbe stata un memorabile occasione, un “trip” imperdibile solo se avessi voluto cercarne il suo significato, e così è stato: una grande “Emozione”
Art Basel 2018 – The Emotional side of Art
Audrey Tritto
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