A UN PASSO – MAIA GUARNACCIA MOLHO
Ho conosciuto Maia tempo fa e mi ha sempre colpito la sua gentilezza e la sua passione che mette nel fare le cose. E’ una forza “particolare” mista ad ironia e timidezza che lo rendono un personaggio unico e affascinante se poi si scopre che, dietro l’aria di un ragazzo che è “uomo” ma che pensa di dover crescere ancora per definirsi tale, si cela una personalità che è pronta a cogliere e a farsi sorprendere dalla vita, che riesce ad interrogarsi, nonostante la quotidianità, da un paesaggio, da uno sguardo, dal fluire della vita e dalle geometrie che riesce a costruire.
“A un passo” fa parte di una lunga serie di 5 libri che compongono il quadro creativo di uno scrittore che è anche un’appassionato di cinema dove la sua capacità di analisi lo ha portato come regista alla realizzazione di alcuni corti come “Hitler contro Ghandi” in cui, in uno scenario da fine del mondo, Hitler e Gandhi navigano a bordo di una piccola imbarcazione nel bel mezzo del mare, sotto un sole di piombo. La difficile interazione tra questi due grandi personaggi storici simboleggia il confronto tra il bene e il male. Hitler, figura burlesca, sempre più nervoso, provoca Gandhi, che invece sa rimanere sorridente e stoico in qualsiasi situazione.
“A un passo” invece è il racconto febbrile di un condannato a morte presunto. Muoversi per trovare se stessi, senza mai riuscire a raggiungersi. Prendere la rincorsa e cercare di arrivare alla linea di confine, visibile ma sempre a un passo. L’orizzonte è mobile, mercuriale. Ci si avvicina al traguardo, ma la meta, con un guizzo, scivola via. Un libro dal ritmo vertiginoso, che attraverso la descrizione della superficialità nelle relazioni contemporanee, parla della relatività dell’esistenza. Il linguaggio è secco, crudele a tratti, infinitamente profondo nella sostanza. La realtà sembra fatta per i bravi contabili, per chi, fin da piccolo, guardando il cielo stellato, ripassa le tabelline per essere pronto. JJ Beck, il protagonista, tra Parigi, Mumbay e New York, rimane sempre estraneo e spettatore. Ma poi, a sua insaputa, la vita irrompe luminosa. Basterà un gesto.
Audrey : Perche’ scrivere?